LISBONA E LE SUE PASTEIS DE NATAS
Fernando Pessoa, uno degli illustri figli di questa città, scriveva : “Non ci sono per me fiori che siano pari al cromatismo di Lisbona”. Questa frase racchiude tutto lo spirito di questa terra magica, un susseguirsi di colori, dal mare alle case, dalle persone al cibo ed un contrasto di emozioni, gioia e melanconia, o saudade come la chiamano loro. Un intrico di strade ripide e scalinate, case col bucato steso ad asciugare, piccole cantine e taverne e vecchi che giocano a carte. E ho provato a viverla questa Lisbona, mi sono persa per i suoi vicoli, con le mie fedeli scarpe a tennis dalla suola consumata.
Ho mangiato bacalhau alla brace in un piccolo villaggio di pescatori osservandola da lontano. Si dice esistano 365 modi di cucinarlo il baccalà, uno per giorno e che una donna in età da marito li debba conoscere tutti per maritarsi. Mi sono sdraiata su una collina verde guardando un ponte che ti fa pensare di essere dall’altra parte del mondo. Ho preso tram che s’inerpicano per strade strette e colorate, con una tale pendenza da domandarti se l’autista ti farà scendere per spingere. Ho visto le bellissime azulejos che ricoprono le facciate degli antichi palazzi brillare al sole in una danza di mille colori. Ho bevuto vinho verde e ginja, ho sentito rumori che avrei preferito non sentire e odori che avrei preferito non percepire. Ma Lisbona è anche questo. E’ forte, sanguigna, decadente, profuma e puzza, è antica e moderna, è un vociare forte e un silenzio assordante, sconvolto solo dall’urlo dei gabbiani o dallo sferragliare dei vecchi tram che passano continuamente.
Ho assaggiato sardine, frutta saporita, dolci zuccherosi e zuppe profumatissime. E ho ascoltato voci che si alzano al suono di una triste chitarra. Ho comunicato in lingue sconosciute con gesti degni dei peggiori mimi e poi la luce, quella luce dalle mille sfumature che avvolge tutto. Lisbona è un po’ Genova e un po’ Napoli, è un po’ tutte le città portuali del mondo, i suoi abitanti sono l’eredità dei tanti marinai che hanno solcato i suoi mari.
Ho mangiato pastéis de natas in tutte le pasticcerie della città per capire quale fossero le più buone e ho provato a capire i segreti di queste incredibili tortine traboccanti di crema, c’è chi dice vada usata la panna chi invece solo il latte, chi la vaniglia e chi solo cannella e buccia di limone, ho provato questa ricetta trovata sul sito di una pasticceria portoghese, il risultato ci si avvicina ma non sarà mai come gustarle appena sfornate per le vie di Lisboa.
INGREDIENTI per circa 12-15 pastel de nata:
250 g di pasta sfoglia secondo la vostra ricetta o già pronta
250 ml di latte
150 g di zucchero
50 ml di acqua
3 tuorli + 1 uovo bio
1 cucchiaio di farina
PREPARAZIONE:
Fate scaldare 50 ml di acqua con 150 g di zucchero finché lo zucchero non si addensa e fa il filo. A parte diluite la farina in 250 ml di latte freddo, poi unite 4 tuorli e 1 albume, precedentemente ben sbattuti; aggiungere lo zucchero diluito nell’acqua e mettete la casseruola a bagnomaria facendo cuocere per 10-12 minuti senza mai smettere di mescolare. Con questo composto riempire delle formine ( io ho usato le teglie da muffin ) già foderate con 250 g di pastasfoglia e fate cuocere in forno caldo per circa 25 minuti; servire spolverizzando con zucchero a velo e cannella.
Até à proxima Lisboa!
chiara
atnel mio viaggio a Barcellona li ho scoperti solo gli ultimi giorni però poi li ho rifatti a casa…troppo buoni!!!!! 🙂
ALICE - Salvia & Rosmarino
atCreano dipendenza!!!
Sonja
atQuanta voglia di viaggiare mi viene guardando e leggendo questo post! Mi viene anche un certo appetito 😉 grazie di condividere tutto ciò!
ALICE - Salvia & Rosmarino
atSonja e tu non sai il piacere che mi fai scrivendo questo commento! Grazie infinite per il tuo apprezzamento 🙂
simo
atli voglio fare…l’unico problema è che potrei mangiarne a chili, ahimè…alla faccia della dieta!!
Che delizia……
E che belle le foto di Lisbona! Che voglia di scoprirla…
Un abbraccio!!
ALICE - Salvia & Rosmarino
atEh Simona, quanto hai ragione, queste tartellette sono pericolosissime, una tira l’altra 🙂 Grazie mille!!!