GLI AMARETTI DI SASSELLO
Quanti di noi hanno conservato quelle preziose scatole di latta degli amaretti? Ne ricordo una in particolare, piena di fili e bottoni, era nella casa della mia bisnonna e mi veniva data come passatempo in quelle giornate di pioggia in cui non si poteva uscire a giocare. Era bellissima, colorata e con ricchi decori, quella con la bambina disegnata che tiene in mano una scatola di amaretti, ve la ricordate? Forse la mia passione per le scatole di latta è cominciata proprio da quella.
Quando la pianta del mandorlo cominciava a maturare i frutti ecco che iniziava la produzione degli amaretti, mia nonna li preparava seguendo la ricetta tradizionale di Sassello trovata sull’Artusi. Non ho mai capito il perchè del nome amaretto, da piccolina mi creava anche un pò di timore, mi faceva pensare che prima o poi avrei trovato un boccone di biscotto amaro, la paura di morsicare qualcosa di forte, dal sapore poco dolce mi lasciava perplessa, però mia nonna riusciva sempre a convincermi, ” devi assaggiare Alice, prima di dire che una cosa non ti piace provala, potresti rimanere stupita! “. E così è stato, adoro questi biscotti!
La produzione di Amaretti a Sassello è cominciata nell’800 e da allora la ricetta è rimasta immutata. Nell’entroterra tra Liguria e Piemonte i contadini usavano piantare alberi di mandorlo vicino a casa, sia per abbellimento, sia per raccoglierne i frutti.
Ma queste piante producevano quantità di mandorle molto superiore al loro fabbisogno. Per questo motivo, da buoni liguri, decisero di sperimentare il prodotto in pasticceria, Sassello fu il primo paese a trovare una soluzione adeguata, dando vita all’amaretto.
La ricetta tradizionale prevede l’uso di ingredienti semplici, mandorle, armelline (parte interna del nocciolo dell’albicocca e della pesca), albume d’uovo e zucchero. Personalmente preferisco non usare le armelline, che contengono una sostanza leggermente tossica per l’organismo se assunta in grandi quantità e visto che di questi biscotti uno tira l’altro sostituisco le mandorle amare con un pò di essenza di mandorla.
La ricetta originale prevede che le mandorle siano pestate nel mortaio sino a ridurle in polvere, un metodo indubbiamente più veloce è il mixer da utilizzare però con qualche accortezza, meglio farlo in modalità “alternata”, botta di mixer – stop – botta di mixer – stop…. in questo modo non lascerete il tempo alla mandorla di surriscaldarsi, rischiando così di farle perdere o cambiare sapore.
INGREDIENTI:
– 200 g di zucchero semolato
– 150 g di mandorle dolci
– 2 bianchi d’uovo
– essenza di mandorle o 50 g di armelline
– farina 00 se necessaria
PROCEDIMENTO:
Tritate le mandorle nel mixer assieme allo zucchero e all’essenza di mandorle. A parte montate gli albumi a neve e mescolate lentamente poco alla volta i due impasti. Nel caso vi risultasse un pò troppo morbido aggiungete un pochino di farina per farlo addensare. Lasciate riposare il composto per un paio d’ore in frigorifero e quando si sarà indurito preparate delle piccole palline con le mani, aiutandovi con lo zucchero a velo. Adagiatele su una teglia rivestita di carta forno, spolverizzata di zucchero a velo. Cuocete gli amaretti a 150° per 20-25 minuti fino a che non iniziano a scurire.
Morbido, tondeggiante, rugoso e bombato, questi biscotti, che per forma ricordano una mini pagnotta appena sfornata, si conservano benissimo, anche per lungo tempo, se chiusi in un grande barattolo di vetro, in casa mia però dentro al barattolo di vetro non ci sono mai rimasti… chissà perché!
Selena
atMi piace mi piace mi piace !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Era da tempo che aspettavo una ricettina così !!! Un pò anche perchè ho sempre almeno 2/3 albumi che stazionano nel mio frigo in attesa di essere utilizzati per qualcosa di buono (e possibilmente goloso)!
E tu oggi mi hai postato la ricetta giusta! Non vedo l’ora di provarla!
Che dire poi delle scatole di latta… in questi giorni stiamo risistemando un poco casa di nonna e cosa saltano fuori?!?!? Delle meravigliose scatole di latta (dalla SMALL alla XXL) … sono diventate i miei nuovi tesori! 😉
ALICE - Salvia & Rosmarino
atLe scatole di latta!!!! Arriverò ad un punto della mia vita in cui dovrò prendere la decisione di chi tenere dentro, o io o le scatole… ormai la mia casa è invasa 😉 Fammi sapere come vengono!
Rosy
atGrazieeeeee! ma sai quant’è che volevo provare a farli!!!! ora ho la ricetta!! magari essiccando i noccioli di albicocca nostrana….certo starebbero bene su un’alzatina come la tua….ma quanto è splendida?!? …che invidia!! un abbraccio Rosy
ALICE - Salvia & Rosmarino
atRosy prova! Basta non esagerare con le dosi 🙂 Questa piccola alzatina è frutto delle mie ossessive ricerche nei mercatini, si trovano dei piccoli tesori. Fammi avere ragguagli se usi i noccioli essicati, così magari li provo anch’io 🙂
Gisella
atIo o provato non ci sono riuscita, ma non mi arrendo oggi pomeriggio ci riprovo e poi vi dico!!!!!!!!!!! Ciaoooo
ALICE - Salvia & Rosmarino
atDai Gisella!!!! Sono certa che riuscirai 🙂
cristina
atCiao Alice, sto confezionando dei cesti di natale da regalare e volevo fare questi amaretti…. per quanto tempo si mantengono nel barattolo di vetro? Ci vuole quello con la chiusura ermetica vero?
ALICE - Salvia & Rosmarino
atCiao Cristina! Che bella idea 🙂 Se li chiudi in un barattolo con la chiusura ermetica si possono conservare anche per una decina di giorni, ma sfiderei chiunque a farli durare così tanto 😉 Buon lavoro!
Gnocchi di zucca, amaretti, burro e mostarda | oplà! ti fa bene | non è il solito blog di cucina
at[…] e durante il cinquecento anche in tutta Europa. I più famosi sono gli amaretti di Saronno e di Sassello, anche se ne esistono ulteriori come l’amaretto morbido o secco di Gavi, il nocciolino di […]
Antonella
atSi possono fare con mandorle non pelate?
ALICE - Salvia & Rosmarino
atAntonella, rischi che diventino un po’ troppo amari, la pelle delle mandorle potrebbe lasciare un retrogusto un pochino forte.