Salvia & Rosmarino | LA PASTA DEL CONTADINO: “PICAGGE PATATE E COI”
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LA PASTA DEL CONTADINO: “PICAGGE PATATE E COI”

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In questi giorni si fa un gran parlare di patatine, leggo di accostamenti eccezionali che più che dalla mano e dalla mente di uno chef stellato sembrano usciti dal frigorifero di un qualsiasi giovane disperato in piena fame chimica ( magari un giovane che ha sottomano materie prime di alta qualità e riesca quindi ad abbinare ad una sfoglia dal sapore di patata, unta e troppo salata, uova di quaglia, pancetta e senape in grani o mini hamburger di fassona ). Ne ho lette davvero di ogni. Non scordo che prima dell’allievo pure il grande Maestro si era concesso un connubio quanto meno discutibile con la multinazionale dei panini di gomma. Forse è questione di tempo, forse è l’età che avanza, forse troppa televisione fa male, forse il soldo tira sempre di più o molto più semplicemente c’è davvero del genio in quest’operazione, accostare il più noto tra i cosiddetti cibi “spazzatura” con ingredienti di qualità e spessore elevati, per riattivare i nostri sensi anestetizzati e insegnare alle nostre papille gustative cosa è davvero degno di salivazione eccessiva per il giusto gusto… resta il fatto che tra patatina e patatina io continui a preferire l’ironia di Rocco!

E allora lunga vita alla regina dei tuberi e in onore a lei e alle mie origini paesane oggi vi preparo la più semplice delle paste, la pasta del contadino, o come le chiama mia nonna, le “picagge patate e coi” ( cavoli ):

INGREDIENTI PER LE PICAGGE ( TAGLIATELLE ) :

– 300 gr di farina 00
– 200 gr semola di grano duro
– 2 uova
– acqua
– olio
– sale

PER IL CONDIMENTO:

– patate
– verza

DB-S&R-Pasta-patate-coi-ingredienti

Picagge significa fettuccia, o meglio, è la forma della fettuccia per legare i grembiuli delle massaie. Un tempo questo era un piatto comune sulle tavole dei contadini liguri, soprattutto per il costo modesto e per la semplicità d’esecuzione .

Impastate la pasta per le tagliatelle, lasciate riposare mezz’ora sotto un canovaccio, cominciate a stendere la pasta in strisce non troppo sottili, lasciatele asciugare 20/30 minuti. Mi piace tagliarle con il coltello proprio come faceva mia nonna, sovrapponendo le strisce di pasta ben infarinate e ripiegandole per poi passare al taglio. Mettete a bollire l’acqua, aggiungete le patate sbucciate e tagliate a tocchetti non troppo piccoli, occorreranno circa 15 minuti perchè queste cuociano, salate, aggiungete poi le foglie di cavolo verza tagliate a listarelle e per ultimo le tagliatelle che cuoceranno in 5 minuti. Scolate e condite in un piatto da portata capiente con abbondante olio d’oliva, una bella spolverata di parmigiano reggiano e una macinata di pepe nero.

 

P.S:  nota dell’autrice, che sarei io 😉  se sono stata troppo criptica e non c’avete capito nulla, mi riferivo al sodalizio tra lo chef stellato Carlo Cracco e l’azienda San Carlo, potete leggerne di più in questo articolo di Vanity Fair.

E voi cosa ne pensate? Se avete voglia potete lasciare il vostro commento qua sul blog 🙂

Credo che questa sia proprio la colonna sonora più azzeccata!

 

 

Alice Lombardi

9 Comments
  • Nicoletta

    at Rispondi

    premetto che non conosco Cracco, non ho mai visto una puntata del suo programma . Se di cuochi televisivi vogliamo parlare, per me esiste solo Giorgione. Personalmente non mi attira l’abbinamento patatine-uova di quaglia- eccetera, preferisco di gran lunga patate e coi. Ma de gustibus…..

    • ALICE - Salvia & Rosmarino

      at Rispondi

      Giorgione è il “sancta sanctorum” dei cuochi televisivi. E ci tengo a sottolineare la parola cuoco. Vero, puro e reale in tutta la sua fisicità, che se gli prendono i 5 minuti a sfanculare ti ci manda per davvero, televisione o meno 😉

  • selena

    at Rispondi

    Ma non scherziamo!
    Non c’è chef multi stellato, né marchio famoso, che tenga!!
    I sapori migliori sono i sapori semplici … e a loro volta questi sono dati da prodotti semplici!
    Preferibilmente lasciati il più possibile inalterati … e questo non è sicuramente il caso di una (tutt’altro che sana) chip confezionata, ricca di conservanti e chi più ne ha più ne metta!
    Quindi assolutamente d’accordo con il tuo post ! 😉

    • ALICE - Salvia & Rosmarino

      at Rispondi

      Grazie Selena, hai così ragione, materie prime e lavorazioni semplici vincono su tutto! Oggi mi sento un pò più forte leggendovi 😉

  • tamara

    at Rispondi

    ecco…lascio il mio commento anche qui…x il piatto…dev’essere una delizia…semplice e gustoso! proverò senz’altro!!! come dicevo sulla pagina fb nn conosco la cucina ligure ma questo blog mi sarà di grande aiuto! grazie Alice!
    x il cuoco stellato forse ha confuso il brillare delle stelle con quello dei soldi…nn lo conosco granche xkè mi rifiuto di vedere masterchef…mi basta la pubblicità dove butta quel che c’è nel piatto e viene chimata immondizia…nn ricordo se in effetti era lui o il signor ”buitoni”…nn si ha rispetto del cibo né di chi lo ha cucinato, che nn potrà essere alla sua altezza ma sempre cibo è e merita tt il nostro rispetto! e lo stesso discorso lo faccio anche x Ramsey! guardo spesso masterchef australia, …tt n’altra roba…

    • ALICE - Salvia & Rosmarino

      at Rispondi

      Tamara grazie! Spero davvero ti appassionerai a questa cucina, magari poi potrai rivisitarla aggiungendo i tuoi ingredienti e farmi sapere i risultati ottenuti 🙂 Riflettevo su questa storia e su quello che hai scritto, sono arrivata alla conclusione che qualcosa di buono però questi chef che si sono votati alla televisione l’hanno fatto ed è stato quello di far ri-appassionare molti alla cultura gastronomica, spetta a noi poi saper scindere ciò che è buono e ciò che lo è meno, ma provare, imparare, conoscere è già qualcosa. L’importante è non limitarsi soltanto a quello che ci viene proposto, è marketing, solo e soltanto marketing, il cibo, la cultura gastronomica, è molto, ma molto di più. Ciao Tamara e grazie per il tuo commento 🙂

      • tamara

        at Rispondi

        ti dirò…ok, sarà marketing, ma le persone che guardano masterchef nn sono capre ignoranti…o almeno non tt! il rispetto x le persone e x quello che hanno fatto ma in primis il rispetto x il cibo nn si discute!!! dopo che hanno iniziato a insultare i concorrenti si è fatto un gran parlare…ma cmq in negativo! mia madre e mio padre coltivano il nostro bel pezzetto di terra e tante volte io mi ritrovo ad esempio un cavolo di 10/15 giorni, in frigo…mia madre mi direbbe di buttarlo per darmene un altro…io lo ripulisco x bene e salvo quel che si puo…se l’avessi comprato nn avrei problemi a buttarlo! ho troppo rispetto x quel che c’è dietro! ecco xke sono cosi drastica in qst giudizio! è vero che negli ultimi anni e meno male, noi italiani ci siamo riappropriati della nostra cucina, stavamo diventando troppo da fast food e piatti pronti! ma alcuni programmi ce li potrebbero risparmiare! baci!

  • ecchime.. allora… tengo a precisare che cracco ha la mia stima, lo apprezzo molto come persona (fuori da masterchef) e come chef. quando ho visto la pubblicità delle patatine credevo fosse uno scherzo. e anche qua, dico la verità, mi è caduto un mito. dalla pubblicità delle diadora a quelle delle san carlo. se le scarpe con la cucina non ci azzeccano nulla, la patatina san carlo tanto odiata dai nutrizionisti (e anche dagli chef) c’entra ancora meno. ok, magari l’accostamento con le alghe croccanti, il pepe, ci sta veramente bene, ma non reputo giusto che uno chef che nella sua cucina vanti prodotti freschi e genuini mi faccia pubblicità simili. come dice tamara qua sopra, lo chef ha confuso un po il brillare delle stelle con quello dei soldi. mi spiace, ma il junkfood come lo si chiama non dovrebbe essere sponsorizzato da coloro che criticano poi per esempio il food blogger che usa la panna per condire la pasta col pesce.. quini bhè, cracco ha fatto il suo affare, e chissà che affare!!! 😉 e come te, preferisco l’ironia di Rocco.

    • ALICE - Salvia & Rosmarino

      at Rispondi

      Siamo in sintonia, Cracco è un grande chef, rispettato anche da quelli che la televisione hanno deciso di snobbarla (dopo grandi lusinghe e lisciamenti per averli), per rimanere tra il calore terribile dei fornelli circondati da coltelli e pentole. Insomma, è uno che ce la sa, che conosce le materie prime, le conosce molto bene e sa manipolarle con criterio. Ma qua il criterio è partito davvero per la tangente. Ci sono situazioni che difficilmente imparerò a comprendere, questa è una di quelle situazioni. Non riesco davvero a darmi una spiegazione. E non credo sia solo una questione economica, i soldi ci sono già e in abbondanza. Boh, non so, come ho scritto forse c’è un momento nella nostra vita in cui la follia prende il sopravvento, magari anch’io vivrò la mia crisi di mezza età in maniera “originale”… spero però di non arrivare mai al punto di voler cucinare una terrina di patatine san carlo con acciughe delle Cinque Terre 😉